Annelies di James Withbourn
Testi di Melanie Challenger
- Introito – Preludio
- La cattura annunciata
In alto puoi sentire il respiro,
otto cuori che battono, passi sulle scale,
un tintinnio sulla libreria.
Improvvisamente, un paio di colpi.
Le porte sbattute dentro la casa.
(11 aprile 1944)
Siamo nel cielo blu,
circondati da nuvole nere.
La vedi quella macchia perfettamente rotonda?
Purtroppo, però, le nuvole si stanno avvicinando,
e il cerchio circondato di pericoli si fa sempre più piccolo.
Guardiamo i combattimenti sotto di noi,
e la pace e la bellezza sopra,
ma l’oscuro ammasso delle nuvole incombe di fronte a noi,
e cerca di schiacciarci.
Oh cerchio, cerchio, allargati bene e facci uscire!
(8 novembre 1943)
- Il piano per nascondersi
Quando ci nasconderemo?
Dove ci nasconderemmo?
In città? In campagna? In una casa? In una baracca?
(8 luglio 1942)
Queste domande continuavano a frullare nella mia testa.
Ho iniziato a fare i bagagli e ci ho messo le mie cose importanti.
Prima di tutto il mio diario.
I ricordi per me significano più dei vestiti.
(8 luglio 1942)
Ik zal, hoop ik, aan jou alles kunnen toevertrouwen, zoals ik het nog aan
niemand gekund heb, en ik hoop dat je een grote steun voor me zult zijn.
Spero di poterti confidare tutto come non mi sono mai potuta confidare con nessuno, e spero che mi sarai di grande sostegno.
(12 giugno 1942)
Sembrano passati anni da domenica mattina.
Tante cose sono successe,
è come se tutto il mondo
all’improvviso si fosse capovolto.
(8 luglio 1942)
- L’ultima notte a casa e arrivo alla dépendance
La mia ultima notte nel mio letto.
Cadeva una pioggia calda.
Noi quattro eravamo avvolti in strati di vestiti,
i letti sfatti, le cose per la colazione sul tavolo. Abbiamo chiuso la porta dietro di noi.
(8 luglio 1942)
Camminavamo sotto la pioggia battente,
camminavamo per la strada,
ognuno di noi con una borsa piena fino all’orlo.
(9 luglio 1942)
Siamo arrivati a Prinsengracht,
prima condotti per il lungo corridoio
e quindi su per la scala di legno fino alla dépendance.
La porta si è chiusa dietro di noi,
lasciandoci soli, soli.
Poi, per la prima volta,
Ho trovato un momento per parlartene,
per rendermi conto di quello che mi era successo
e di quello che stava per accadere.
(10 luglio 1942)
Siamo ebrei in catene,
incatenati a un luogo,
senza alcun diritto,
mille doveri.
Dobbiamo essere coraggiosi
e credere in Dio.
(11 aprile 1944)
- Vivere nascosta
Le giornate qui sono molto tranquille.
(1 ottobre 1942)
Dover stare ferma tutto il giorno
e non dire una parola,
puoi immaginare
quanto sia difficile per me.
Nei giorni normali parliamo sottovoce.
Non poter parlare è peggio.
(29 settembre 1942)
Il silenzio mi rende così nervosa,
invece il rintocco dell’orologio di Westertoren
mi rassicura durante le ore notturne.
(11 luglio 1942)
Sei sicuro di voler sentire
cosa penso del vivere nascosta?
(11 luglio 1942)
Il cielo azzurro, il castagno spoglio,
luccicante di rugiada,
i gabbiani, brillanti d’argento
che si lanciano in picchiata fendendo l’aria.
Finché questo esiste,
questo sole e questo cielo senza nuvole,
come posso essere triste?
(23 febbraio 1944)
Prospetto e Guida alla Dépendance segreta.
Una Struttura unica per l’alloggio temporaneo di ebrei e altre
persone private di tutto.
Ora la nostra Dépendance è davvero diventata un segreto,
davanti all’ingresso è stata realizzata una libreria.
Oscilla sui suoi cardini
e si apre come una porta.
È aperto tutto l’anno,
Situato in un ambiente bello, tranquillo e “legnoso”,
Nel cuore di Amsterdam.
All’interno è necessario parlare sempre piano,
Cantare è permesso, ma solo piano e dopo le sei!
(17 novembre 1942)
Quando ti nascondi accadono le cose più strane.
Prova a immaginare questo.
Ci laviamo in una vasca di latta,
dato che le tende sono sempre tirate,
ci strofiniamo al buio,
mentre uno sbircia fuori dalla finestra
e guarda le persone infinitamente divertenti.
(29 settembre 1942)
I bambini corrono in giro con magliette leggere
e zoccoli di legno.
Non hanno cappotti, né calzini,
niente cappucci e nessuno che li aiuti.
Rosicchiando una carota per placare la loro fame,
escono dalle loro case fredde e camminano per strade fredde.
(13 gennaio 1943)
Un giorno questa terribile guerra finirà,
e saremo di nuovo persone,
e non solo ebrei.
(11 aprile 1944)
- Coraggio
Se si diventa parte della sofferenza,
si perde completamente sé stessi.
(7 marzo 1944)
Der Winter ist vergangen.
Ich seh’ des Maien Schein;
Ich seh’ die Blümlein prangen; Des ist mein Herz erfreut.
Da singt Frau Nachtigalle
Und manchʼ Waldvögelein.
(L’inverno è finito, vedo la luce di maggio;
vedo fiori sbocciare ovunque; e il mio cuore è felice;
Là cantano l’usignolo
e i piccoli uccelli della foresta)
La bellezza rimane,
anche nella sfortuna.
Chi è felice renderà felici gli altri,
chi ha coraggio non morirà mai triste.
(7 marzo 1944)
Ade, mein’ Alleliebste!
Ade, schön’s Blümelein!
Ade, schön’ Rosenblume;
Es muß geschieden sein!
Das Herz in meinem Leibe
Gehört ja allzeit dein.
(Addio mio amato!
Addio, bei fiori!
Addio bel fiore di rosa,
Ti devo lasciare.
Il mio amore per te
brucerà per sempre nel mio cuore)
Se si diventa parte della sofferenza,
si perde completamente sé stessi.
Himmelhoch jauchzend, zu Tode betrubt.
In cima al mondo o nelle profondità della disperazione
(24 dicembre 1943)
- Paura della cattura e seconda irruzione (non eseguito)
Durante la sera,
quando è buio,
file di brave persone innocenti
e di bambini che piangono
camminano ancora e ancora,
comandati da uomini prepotenti
che li picchiano.
Nessuno è risparmiato,
tutti vengono fatti marciare verso la loro morte.
(19 novembre 1942)
Westerbork! Westerbork!
Notte dopo notte,
veicoli verdi e grigi percorrono le strade
e bussano a tutte le porte.
(19 novembre 1942)
Westerbork! Westerbork!
Ssh. Ho sentito un suono dalla libreria, un martellio sulla porta.
Siamo diventati bianchi dalla paura.
Ha sentito qualcosa, questo sconosciuto? Aprite! Aprite!
Nella mia immaginazione,
l’uomo continuava a crescere e crescere,
fino a diventare un gigante,
il fascista più crudele del mondo.
(20 ottobre 1942)
- Kyrie – Sinfonia
Kyrie eleison.
Aiutaci. Salvaci da questo inferno.
(27 novembre 1943)
Dobbiamo essere coraggiosi e avere fede in Dio.
(11 aprile 1944)
- Il sogno (non eseguito)
Ieri notte, proprio mentre mi stavo addormentando,
mi è apparsa una vecchia amica.
L’ho vista lì,
vestita di stracci,
il viso magro e consumato.
Mi guardava con tanta tristezza.
Anne, perché mi hai abbandonata?
Aiutami, aiutami, salvami da questo inferno!
(27 novembre 1943)
Per me lei è la sofferenza di tutti i miei amici,
e di tutti gli ebrei.
Quando prego per lei,
Prego per tutti i bisognosi.
(6 gennaio 1944)
Dio misericordioso,
confortala,
rimani con lei così non sarà sola.
(27 novembre 1943)
Mio Dio,
veglia su di lei e riportala da noi.
(29 dicembre 1943)
- Devastazione del mondo esterno
Domenica scorsa Amsterdam è stata bombardata.
(19 luglio 1943)
Gli aerei si sono tuffati sulla città e sono risaliti.
Si percepiva come un’agitazione nell’aria a causa del ronzio dei motori.
(26 luglio 1943)
Le strade sono distrutte, innumerevoli sono i feriti.
Nelle rovine fumanti, i bambini cercano disperatamente
i loro genitori.
(19 luglio 1943)
Mi fa venire i brividi
pensare al ronzio sordo e distante
della distruzione che si avvicina.
(19 luglio 1943)
Vago di stanza in stanza,
salgo e scendo le scale
e mi sento come un uccellino,
le cui ali sono state strappate
e che continua a lanciarsi
contro le sbarre della sua gabbia buia.
(29 ottobre 1943)
“Fammi uscire, dove c’è aria fresca e risate”.
una voce dentro di me grida.
(29 ottobre 1943)
- Il passare del tempo
Gli anni passarono.
C’è un detto: “Il tempo guarisce tutte le ferite”.
così è stato per me.
(7 gennaio 1944)
Finché un giorno,
Ho visto il mio volto riflesso nello specchio.
Sembrava così diverso.
I miei occhi erano chiari e profondi,
le mie guance rosee,
la mia bocca era più morbida.
sembravo felice,
eppure, nella mia espressione, c’era qualcosa
di così triste!
(7 gennaio 1944)
- La speranza della liberazione e il risveglio primaverile
Questo è il D-Day,
questo è il giorno.
Ci saranno combattimenti,
ma dopo di essi ci sarà la vittoria!
Undicimila aerei,
quattromila barche,
è questo l’inizio
della tanto attesa liberazione?
(6 giugno 1944)
Vado da una stanza all’altra,
respiro attraverso la fessura nel telaio della finestra,
sento il mio cuore che batte come per dire,
“Esaudisci finalmente il mio desiderio…”
Penso che la primavera sia dentro di me,
Sento il risveglio primaverile,
Lo sento in tutto il mio corpo e la mia anima.
(12 febbraio 1944)
Ich danke dir für all das Gute und Liebe und Schöne.
(Grazie, Dio, per tutto ciò che è buono, caro e bello)
(7 marzo 1944)
- La cattura e il campo di concentramento
Il 4 agosto 1944,
un’auto si è fermata a Prinsengracht.
Ne sono uscite diverse figure,
armate e vestite in borghese.
Gli otto residenti della dépendance
Sono stati portati in prigione,
e da lì trasportati a Westerbork,
e poi nei campi di concentramento.
(informazioni da scritti contemporanei)
L’atmosfera è soffocante,
fuori non senti neanche uccellino.
Un silenzio mortale aleggia nell’aria.
Si aggrappa a me come se volesse trascinarmi
nelle regioni più profonde degli inferi.
(29 ottobre 1943)
Non è linguaggio e non sono parole
di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola.
(Salmo XIX, versetti 3-4)
Hanno versato il loro sangue come acqua,
e non c’era nessuno che potesse seppellirli.
(Salmo lxxix, versetto 3)
I giovani e i vecchi giacciono a terra;
le ragazze e i ragazzi sono caduti.
(Lamentazioni ii, versetto 21)
- La meditazione di Anna
Vedo che il mondo è lentamente
trasformato in deserto.
Sento il tuono che si avvicina
e che un giorno distruggerà anche noi.
Eppure, quando guardo il cielo,
Sento che tutto
cambierà in meglio.
(15 luglio 1944)
Ogni volta che ti senti solo o triste,
prova ad andare in mansarda
in una bella giornata e guarda il cielo.
Finché puoi guardare il cielo senza paura,
saprai di essere puro dentro.
(23 febbraio 1944)